Ieri sera concerto dei Liars al Bronson.Prima volta al locale e prima volta che vedevo il gruppo.
Molto carino il locale, decisamente sorprendenti i Liars.
Premessa: avevo detto a Gabri che, data la povertà del programma concertistico invernale e lo stress delle ultime settimane, avevo una tale voglia di scaricarmi e di vedere un concerto che avrei apprezzato persino gli Wombats; tuttavia, il concerto dei Mentitori è stato davvero strabiliante (dove l'avrò preso sto termine, poi...).
Innanzitutto Angus Andrews. Che dire di quest'uomo?
La prima volta che ho visto la sua faccia ho pensato "ehi! assomiglia a Edgar di Man in Black" (per intenderci lo zoticone della cui pelle si impossessa l'alieno parassita); poi ieri sera mi sono accorta che non mi ero sbagliata di molto.
Anche se la stazza non è la stessa - Edgar era circa 100 chili mentre il cantante in questione si aggira sui 50- il livello di alienazione è più o meno simile. Con la differenza che uno era posseduto da un insetto gigante extra-terrestre, mentre l'altro quando sale sul palco, viene dominato dalla sua stessa musica, con risultati decisamente opposti: da una parte gente che fugge in preda al panico, dall'altra persone che vengono attratte dal magnetismo di questo individuo.
Per quanto la bellezza non sia certo la qualità più adatta a descriverlo, è stato difficile per me staccargli gli occhi di dosso (e magari posarli sul decisamente più avvenente chitarrista), era semplicemente affascinante vedere questo alieno di quasi due metri che a occhi chiusi dondolava le braccia o si muoveva attorno al palco, riuscendo a volte nella difficilissima impresa (lo posso assicurare perchè ci ho provato) di ballare fuori tempo. Ovviamente già a metà della prima canzone mi stavo mangiando le mani per non aver portato con me la reflex, tuttavia ho potuto abbandonarmi completamente al potere delle loro musica.
Quando Gabri mi aveva detto che dal vivo i Liars erano piuttosto "tribali" mi immaginavo una gran prevalenza di percussioni, cosa che effettivamente c'è stata; ma i Liars sul palco sono tribali anche nella maniera più antropologica di intendere il termine.
Standoli a guardare mi sembrava di partecipare a una sorta di cerimoniale di una di quelle tribù di indigeni che si vedono nei documentari o in certi film del terrore; dove questi tre individui (l'ultimo nuovo arrivato sembrava ancora presente à sè stesso e alla realtà), davano vita a una sorta di rito sciamanico o voodoo finendo per essere completamente catturati dai loro stessi ritmi, ipnotizzando così anche il pubblico (ad un certo punto ho girato lo sguardo su un ragazzino che come me era in prima fila e continuava a fissare a bocca aperta il cantante, senza muovere un muscolo).
Un'intessissima ora di suggestioni e sensazioni quasi viscerali.
Difficile rendere la loro forza in poche righe perciò semplicemente, grandi Liars!

