Une bagnoire où l'eau coule en permanence,
projetant de l'eau de plus en plus chaude, jusqu'à 45°.
Si l'on immerge son corps, on sent à cette temperature un étrange bien etre.
Si l'on y reste plus d'une demi-heure, ce sont les organes intérieurs du corps qui lentement commencent à cuire.
Le plaisir ne vient jamais sans la douleur.
Oh it's such a perfect day,
I'm glad I spent it with you.
Oh such a perfect day,
You just keep me hanging on,
You just keep me hanging on...
martedì 23 settembre 2008
mercoledì 17 settembre 2008
La flaneuse...
Mi vesto con troppi indumenti
Sbrigo faccende burocratiche, metà alla volta
Cammino veloce con l'ipod nelle orecchie
M'infilo in strade sconosciute che mi riportano nel punto da cui ero partita
Fumo sigarette che mi faccio accendere da signore bionde
Scatto foto a ragazzi seduti su davanzali
Osservo gli estranei immaginandone i ritratti
Sto seduta per un'ora in una sala d'aspetto fin troppo decorata
Faccio la metà delle cose che mi propongo
Constato che tutti gli adolescenti hanno l'aria di teppistelli
e i ragazzi francesi non mi piacciono.
Sbrigo faccende burocratiche, metà alla volta
Cammino veloce con l'ipod nelle orecchie
M'infilo in strade sconosciute che mi riportano nel punto da cui ero partita
Fumo sigarette che mi faccio accendere da signore bionde
Scatto foto a ragazzi seduti su davanzali
Osservo gli estranei immaginandone i ritratti
Sto seduta per un'ora in una sala d'aspetto fin troppo decorata
Faccio la metà delle cose che mi propongo
Constato che tutti gli adolescenti hanno l'aria di teppistelli
e i ragazzi francesi non mi piacciono.
lunedì 15 settembre 2008
Petits plaisirs du soir...
venerdì 12 settembre 2008
Prepare your shoes not to come back soon
Eccomi qua.
Seduta per l'ultima volta alla scrivania della del piano di sotto di casa mia, davanti al computer a scrivere questo post pre-partenza.
La festa è già stata fatta e la maggior parte degli amici li ho salutati lunedì, mi sembrava ridicolo farlo 5 giorni prima della partenza ma infine non ho più visto quasi nessuno e questi 5 giorni sono volati più veloci del vento.
L'ultimo mese è passato in un continuo altalenare di sensazioni opposte riguardo alla partenza, quando ho iniziato a rendermi conto del fatto che stavo per partire da sola per la Francia ho avuto parecchi momenti di ansia e panico: paura della solitudine soprattutto, della difficoltà a fare amicizia e della possibile noia di una città così piccola.
Dopo le paure sono arrivati i dubbi, fomentati anche da novità e sconvolgimenti come al solito accaduti troppo vicini alla partenza: nuove e splendide amicizie femminili che mi mancavano da tempo, rivoluzioni sentimentali, l'approfondimento della conoscenza di una persona che prepotentemente è entrata nella mia vita con la voglia di scandagliarmi l'anima e la psiche e farmi da consigliere. Tutto ciò mi ha portato a domandarmi "perchè proprio ora che sto partendo?", "perchè queste cose devono succedere nell'ultimo mese che resto in italia, quando in un anno intero la mia vita è stata piatta e noiosa?", mi sono chiesta cosa mi sarei persa e come sarebbe potuta essere la mia vita se fossi rimasta.
E come le proverbiali ciliegie, questi dubbi ne hanno portati con sè altri, riguardanti le mie scelte scolastiche e professionali: facendomi chiedere se la mia scelta era davvero giusta, se non avrei fatto di nuovo l'ennesimo sbaglio, se era davvero quello che volevo fare nella mia vita...
Insomma, la crisi c'è stata ed è stata molto meno passeggera del solito, ma alla fine, in qualche modo è passata.
Sono partita per Mantova, anche quest'anno per la fotografa al Festival di letteratura. Non avevo nemmeno troppa voglia di andare, perchè erano gli ultimi giorni prima della partenza, perchè c'erano ancora delle lezioni del corso di fotografia e perchè mi ero riassesta psichicamente da poco, così sono partita senza grosse aspettative.
Beh, come al solito, la legge inversa delle aspettative ha funzionato.
E' stata un'edizione fantastica, innanzitutto per gli eventi: sia quelli che avevo chiesto di vedere (Neri Marcorè e Pennac, Eric Emmanuel Schmitt, Michele Serra, Piergiorgio Odifreddi,ecc) ma anche quasi tutti quelli che mi erano stati assegnati d'ufficio, e anche alcuni di quelli che sono andata a vedere nei momenti liberi (Gillo Dorfles su tutti).
Ma ciò che più di tutto il resto ha reso il festival speciale ed indimenticabile è statoil gruppo di amici (tutti uomini ovviamente) con il quale ho passato le giornate (e le notti). Sono stati 5 giorni di risate, per la maggior parte del tempo causate da battute a sfondo sessuale, chiacchere, qualche scherzo (malriuscito, di cui io ero la vittima designata), discussioni interessanti, notti insonni e voglia di stare insieme e di conoscerci.
Alla fine eravamo tutti superfelici di aver creato un gruppo così bello che ci siamo scambiati le mail e appena tornati non abbiamo fatto altro che scriverci mail per dirci quanto eravamo stati bene.
(questo post-umo lo pubblico oggi che è già il 16 settembre e sono ad avignone da ormai 4 gg, non è finito, ma ora non saprei terminarlo, ricordo solo che prima di partire non avevo più paura, tranquillizzata dalle cose belle che avevo a casa e dal fatto che potevo portarle in qualche modo con me, anche grazie alle tecnologie è vero. perciò insomma, questo post resterà così, sicuramente per il momento, probabilmente per sempre).
Seduta per l'ultima volta alla scrivania della del piano di sotto di casa mia, davanti al computer a scrivere questo post pre-partenza.
La festa è già stata fatta e la maggior parte degli amici li ho salutati lunedì, mi sembrava ridicolo farlo 5 giorni prima della partenza ma infine non ho più visto quasi nessuno e questi 5 giorni sono volati più veloci del vento.
L'ultimo mese è passato in un continuo altalenare di sensazioni opposte riguardo alla partenza, quando ho iniziato a rendermi conto del fatto che stavo per partire da sola per la Francia ho avuto parecchi momenti di ansia e panico: paura della solitudine soprattutto, della difficoltà a fare amicizia e della possibile noia di una città così piccola.
Dopo le paure sono arrivati i dubbi, fomentati anche da novità e sconvolgimenti come al solito accaduti troppo vicini alla partenza: nuove e splendide amicizie femminili che mi mancavano da tempo, rivoluzioni sentimentali, l'approfondimento della conoscenza di una persona che prepotentemente è entrata nella mia vita con la voglia di scandagliarmi l'anima e la psiche e farmi da consigliere. Tutto ciò mi ha portato a domandarmi "perchè proprio ora che sto partendo?", "perchè queste cose devono succedere nell'ultimo mese che resto in italia, quando in un anno intero la mia vita è stata piatta e noiosa?", mi sono chiesta cosa mi sarei persa e come sarebbe potuta essere la mia vita se fossi rimasta.
E come le proverbiali ciliegie, questi dubbi ne hanno portati con sè altri, riguardanti le mie scelte scolastiche e professionali: facendomi chiedere se la mia scelta era davvero giusta, se non avrei fatto di nuovo l'ennesimo sbaglio, se era davvero quello che volevo fare nella mia vita...
Insomma, la crisi c'è stata ed è stata molto meno passeggera del solito, ma alla fine, in qualche modo è passata.
Sono partita per Mantova, anche quest'anno per la fotografa al Festival di letteratura. Non avevo nemmeno troppa voglia di andare, perchè erano gli ultimi giorni prima della partenza, perchè c'erano ancora delle lezioni del corso di fotografia e perchè mi ero riassesta psichicamente da poco, così sono partita senza grosse aspettative.
Beh, come al solito, la legge inversa delle aspettative ha funzionato.
E' stata un'edizione fantastica, innanzitutto per gli eventi: sia quelli che avevo chiesto di vedere (Neri Marcorè e Pennac, Eric Emmanuel Schmitt, Michele Serra, Piergiorgio Odifreddi,ecc) ma anche quasi tutti quelli che mi erano stati assegnati d'ufficio, e anche alcuni di quelli che sono andata a vedere nei momenti liberi (Gillo Dorfles su tutti).
Ma ciò che più di tutto il resto ha reso il festival speciale ed indimenticabile è statoil gruppo di amici (tutti uomini ovviamente) con il quale ho passato le giornate (e le notti). Sono stati 5 giorni di risate, per la maggior parte del tempo causate da battute a sfondo sessuale, chiacchere, qualche scherzo (malriuscito, di cui io ero la vittima designata), discussioni interessanti, notti insonni e voglia di stare insieme e di conoscerci.
Alla fine eravamo tutti superfelici di aver creato un gruppo così bello che ci siamo scambiati le mail e appena tornati non abbiamo fatto altro che scriverci mail per dirci quanto eravamo stati bene.
(questo post-umo lo pubblico oggi che è già il 16 settembre e sono ad avignone da ormai 4 gg, non è finito, ma ora non saprei terminarlo, ricordo solo che prima di partire non avevo più paura, tranquillizzata dalle cose belle che avevo a casa e dal fatto che potevo portarle in qualche modo con me, anche grazie alle tecnologie è vero. perciò insomma, questo post resterà così, sicuramente per il momento, probabilmente per sempre).
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