Il signore sta forse girando un remake di "Le onde del destino" di cui io sono la protagonista inconsapevole. mi sono lamentata del dovere andare al lavoro di sabato mattina e poco dopo mi sono distorta una caviglia, alzandomi elefantescamente da davanti al computer.niente ufficio ma in compenso non riesco a camminare.
Però sono riuscita ad arrancare fino dal dottore e poi al negozio di scarpe. e comprarne due paia. Quando si dice la forza di volontà!
Ora se fossi una persona un po' più profonda e soprattutto meno pigra, scriverei qualche riga di riflessione sul fatto che per comprami due paia di scarpe, spendendo quasi 200 Euro, ho avuto bisogno di essere spronata da mia mamma che mi incalzava con "dai te li pago io", "dai è un sacco di tempo che non ti compri un paio di scarpe" e di continuare a sciorinare giustificazioni lungo tutto l'innevato tragitto verso casa:
- "mi servivano"
- "mi dureranno per un sacco di tempo"
- "le uso anche in primavera"
- "in fondo i soldi li ho e lavoro perciò posso farlo"
- ecc... ecc....
Ho addirittura sentito la necessità di condividere i miei acquisti con il mondo intero comunicando la notizia tramite FB, con tanto di foto e commento sull'essere spendaccioni.
Una sorta di outing o mea culpa telematico per confessare al mondo che avevo speso i miei soldi per comprare 2 paia di scarpe forse non così necessarie.
Infine, in ultimo tentativo di calmare i miei sensi di colpa consumistici, sono ricorsa al pensiero auto-assolvente del "c'è gente che spende molti più soldi di me in vestiti e scarpe".
Ma è possibile che io sia così poco libera dal moralismo anticonsumista (di cui io stessa, da adolescente, ero una delle più accorate sostenitrici) e più in generale da qualsiasi tipo di giudizio e dogma sociale, da non sentirmi nemmeno in diritto di spendere come voglio i miei soldi?
Il cammino per la libertà è ancora lungo...e io ho pure una caviglia dolorante.